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“Millennials – Il mondo nuovo” – La Buoncostume

“Millennials – Il mondo nuovo” è un romanzo di fantascienza che racconta come, d’improvviso e senza motivazioni apparenti, tutte le persone di età superiore ai 17 anni e mezzo rimangono inspiegabilmente “bloccate” in uno stato comatoso a metà tra la vita e la morte, incapaci di muoversi e forse anche di comprendere. Questo evento porta tutti i ragazz* rimasti a prendere in mano il mondo intero, in cui loro hanno la piena decisionalità ed il pieno controllo. Il romanzo si ambienta a 4 anni di distanza da questo “grande Blocco”, e dipinge un mondo di piccole comunità orizzontali ed autogestite, lontane dalla città ma vicine alle risorse fondamentali, alimentate da fonti di energia rinnovabili, in perenne contatto virtuale tra di loro grazie ad una piattaforma globale di comunicazione chiamata syn.

Questo romanzo si distacca dal filone fantascientifico distopico di questi ultimi anni per fornire qualcosa che somiglia molto di più ad un’utopia: invece di immaginare un mondo in cui alcuni terribili aspetti della nostra società sono massimamente esaltati senza una reale prospettiva di cambiamento, viene qui dipinto un mondo che, pur estremizzando la nostra realtà, fino a renderla fantascientifica, guarda in modo positivo e propositivo al futuro. Questo è un nodo centralissimo in questo romanzo: viviamo già in qualche modo in un mondo che opera una netta divisione tra gli “adu” e i giovani, divisione nella quale il mondo costruito dagli adulti è ormai a noi, in una certa misura, inaccessibile, estremamente distante. Si è dissolta ogni prospettiva di lavoro stabile, di pensione, mentre viviamo una nuova realtà della quale però non riusciamo a prendere il controllo. E non possiamo fare a meno di percepire che questo mondo in cui viviamo sia in mano agli adulti che l’hanno costruito misurandolo su di sé. “Millennials” esprime questa distanza ormai siderale, trasformandola nel suo contrario: costruisce un mondo in cui gli adulti semplicemente smettono di avere un ruolo, un mondo che abbia la nostra misura, la nostra immagine, in cui le prospettive del mondo degli adulti vengono in qualche modo rifiutate, scardinate, ribaltate. Costruisce il mondo nuovo.

Il mondo “dei ragazzini” è un mondo fatto di piccole comunità autogestite, autoorganizzate, autosufficienti, orizzontali, separate tra loro da spazi che risultano spesso impercorribili, ma al contempo sono iperconnesse tra loro da una rete globale di condivisione della conoscenza: si percepisce per tutta la durata del libro questa vertigine tra una distanza fisica quasi incolmabile e una vicinanza assoluta (insomma: puoi andare dall’Irlanda all’Italia solo affrontando un viaggio molto lungo, difficile e dispendioso, ma puoi comunicare in qualsiasi lingua, in estemporanea, grazie a bot di traduzione nemmeno troppo costosi ma molto efficienti).

La moneta, in questo mondo, è la conoscenza, nel momento in cui è costruttiva, necessaria: il “potere” maggiore è nelle mani degli Admin, le persone che sono state e sono più “utili” nella costruzione di questo nuovo mondo e nella conservazione di ciò che di positivo e utile c’era nel vecchio, sono coloro che hanno saputo soddisfare il bisogno reale, il bisogno di sapere condiviso.

Altro cardine fondamentale di questa società reinventata a misura di ragazzin* è una fluidità sessuale e di genere pressoché assoluta e mai ostentata dagli autori, sempre però sottilmente presente: non c’è mai bisogno di parlarne esplicitamente, non c’è mai bisogno di sottolineare come i personaggi di questo libro si piacciano indipendentemente dal loro genere, si sperimentino indipendentemente dalla “sessualità” tradizionale. Non viene nemmeno una volta evidenziato o esplicitato questo aspetto, e proprio in questo sta la forza di ciò che ci comunica: nel mondo salvato dai ragazzini non è necessario etichettare la propria sessualità e nemmeno dichiararsi contrari alle etichette, le etichette svaniscono e basta, non devono essere combattute ma semplicemente smettono di interessare a qualcuno. Questa meravigliosa utopia di Millennials immagina una società in cui molti dei vincoli del patriarcato si rompono solamente grazie all’annullamento di chi ne agisce la riproduzione: in un mondo composto solamente da giovanissim* che non hanno fatto in tempo ad interiorizzare lo schema sociale del capitalismo, patriarcale e suprematista, esso si limita a disgregarsi e finire dimenticato.

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