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Dalla Zona Universitaria agli U.S.A. in rivolta contro il razzismo e la violenza della polizia

**English below**

Dalle strade della zona universitaria esprimiamo piena solidarietà verso chi, da oltre 10 giorni, sta scuotendo l’America contro la violenza e gli omicidi razziali da parte della polizia statunitense. L’omicidio di George Floyd è solo uno degli ultimi gravissimi episodi di odio verso la comunità afroamericana, che hanno subito una vera e propria impennata da quando il presidente Trump è salito al potere. Non si può stare ferm_ e mut_ di fronte a vite spezzate cosi, di fronte a vere e proprie battute di caccia all’uomo.

Negli ultimi giorni il movimento nato in America non sta solo denunciando la violenza della polizia ma anche la condizione drammatica che molt_ vivono in quartieri che sono dei veri e propri ghetti, abbandonati al loro destino in situazioni che prevedono una condizione di vita ben lontana anche dalla dignità minima. E’ arrivato il momento di spezzare le catene della schiavitù che legano i polsi della comunità afroamericana, in un paese in cui il razzismo è strutturale, intrinseco nella società da secoli. Vivere con dignità e senza paura di essere massacrati per il colore della propria pelle non può essere un privilegio solo della popolazione bianca.

Anche in Italia sappiamo bene di cosa si parla quando vengono nominati gli abusi di potere da parte della polizia, quando si parla di vite spezzate da esseri in divisa che credono di avere diritto di parola sulla morte o sulla vita di una persona, solo perché sono in possesso di un tesserino che li fa sentire intoccabili. Non siamo neanche nuovi a vedere migranti trattati come schiavi nei campi, costretti a vivere come animali e a lavorare senza nessuna sicurezza e nessun diritto.

Siamo consapevoli di esprimere solidarietà da una condizione privilegiata. Nonostante spesso viviamo anche noi condizioni di sfruttamento e la prepotenza di chi vorrebbe decidere sulle nostre vite, non abbiamo sulla nostra pelle i secoli di emarginazione, sfruttamento e oppressione della popolazione afroamericana. Consci e consce di ciò ci mettiamo a servizio di tutte quelle soggettività che decidono di autodeterminarsi e sollevarsi per ribaltare il presente e essere protagoniste delle proprie sorti.

A tal proposito abbiamo voluto fare parlare i muri della nostra zona universitaria, per essere solidali e partecipi in una lotta che riguarda tutti e tutte, per essere attivamente dalla parte di chi sta lottando per riprendersi un diritto alla vita degna che da troppo tempo viene negato, e per dare speranza e forza di lottare a chi in tutto il mondo vive ancora questa condizione.
Vogliamo respirare!

#BlackLivesMatter #Justice4Floyd #endpolicebrutality #NoJusticeNoPeace

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From the University Zone to the U.S.A. against racism and police violence

From the streets of the university area we express our full solidarity with those who, for more than 10 days, have been shaking America against violence and racial murders by the US police.
The murder of George Floyd is just one of the last very serious episodes of hatred towards the African-American community, which have suffered a real upsurge since President Trump came to power.
We can’t stand by and stay silent in front of a similar brutality, in front of a real manhunt.

During these days the movement born in America is not only denouncing the police violence but also the dramatic condition that many people live in neighborhoods that are real ghettos, abandoned to their fate in situations that imply a living condition far from even the minimum dignity.
The time has come to break the chains of slavery that bind the wrists of the Afro-American community, in a country where racism is structural, intrinsic to society since centuries.
Living with dignity and without fear of being slaughtered for the colour of one’s skin cannot be a privilege only for the white population.

Even in Italy we know very well what they talk about when police abuses of power are mentioned, when they talk about lives broken by people in uniform who believe they have the right to decide about a person’s death or life, just because they are in possession of a badge that makes them feel untouchable.
Nor are we new to see migrants treated like slaves in the camps, forced to live like animals and work with no security and no rights.

We are aware that we express solidarity from a privileged condition, despite the fact that we often experience conditions of exploitation, of arrogance of those who would like to decide on our lives, we do not have the centuries of marginalization, exploitation and oppression of the African American population on our skin.
Aware and aware of this, we put ourselves at the service of all those subjectivities that decide to self-determine themselves and rise up to overturn the present and be protagonists of their own destiny.

In this regard, we wanted to make the walls of our university area speak, to be in solidarity and participate in a struggle that affects everyone, to be actively on the side of those who are struggling to regain a right to a dignified life that has been denied for too long, and to give hope and strength to those around the world who still live this condition.
We want breathe!

#BlackLivesMatter #Justice4Floyd #endpolicebrutality #NoJusticeNoPeace

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