Ci troviamo a dover rimandare o forse sarebbe più preciso dire “sospendere” momentaneamente la programmazione
della prossima settimana in ricordo di Francesco. Siamo ben consci che,
nonostante le precauzioni e le premure che potremmo mettere in campo,
attuare un festival in queste condizioni, con un’ordinanza che investe
le regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, significherebbe non
avere cura della salute di tante e tanti.
Che cosa significa sospendere un festival di questo tipo?
Ce lo siamo domandato e continuiamo a farlo: la convinzione ferma è che
la memoria di Francesco, studente di medicina ucciso l’11 marzo del
1977 dai carabinieri di Cossiga in via Mascarella, non può semplicemente
rimanere assopita per via di questo clima.
Come collettivo
universitario portiamo il ricordo di Francesco in ogni iniziativa
culturale e di memoria storica, in ogni momento di contestazione del
presente, in ogni rito di sovversione collettiva, in ogni mattone che
poggiamo e in ogni porta che tutte e tutti insieme apriamo.
L’esercizio della memoria storica non è un palestra commemorativa ma uno
slancio d’intenti che rinnoviamo e scriviamo con la convinzione che chi
lotta lascia sia un ricordo che una responsabilità nel cuore delle
tante e dei tanti che verranno.
Per tutti questi motivi porteremo il
ricordo di Francesco, ragazzo, studente e militante comunista
rivoluzionario, proprio nelle stesse strade in cui venne ucciso 43 anni
fa, amplificando il suo ricordo, lasciando impresso ciò che non deve e
non può essere dimenticato.
Francesco vive nel cuore di chi lotta.