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SPACE WARS – LA VENDETTA DELL’ISEE

Sono da qualche giorno uscite le rate delle tasse d’iscrizione all’Anno accademico 2020/2021. In un’annata caratterizzata da una crisi pandemica ed economica mondiale, un contesto eccezionale nella storia contemporanea, è puntuale come sempre la richiesta di soldi da parte dell’UniBo. L’Alma mater si dimostra ancora una volta senza vergogna nel richiedere cifre esorbitanti nonostante l’assenza o l’intermittenza dei servizi agli studenti che dovrebbero essere forniti e nonostante la caduta di reddito che sta colpendo le classi più disagiate del paese e non solo.

Come ogni anno le tasse d’iscrizione sono eventualmente decurtate o annullate sulla base del “reddito” dell’iscrittx. L’accesso alla No tax area è determinato dal possesso di un ISEE familiare inferiore ai 23.000€ oltre ai soliti requisiti di merito. Si direbbe quindi che l’Unibo sia molto attenta a garantire a tuttx la possibilità di accedere ai suoi prestigiosi corsi. Ma è proprio così?

L’accesso alla riduzione delle tasse, così come ad una borsa di studio o un alloggio in studentato, si fonda sul parametro fiscale dell’ISEE. Il parametro in questione però presenta numerose problematiche che si possono ricondurre alla sua “lentezza” rispetto al ritmo dei cambiamenti economici e sociali che caratterizzano il mondo contemporaneo. Come può un parametro calcolato sulla situazione economica di due anni prima essere legittimo nel regolare l’accesso alle misure di welfare di quest’anno? La precarietà che investe ogni tipologia di lavoro al giorno d’oggi rende fuorviante un calcolo che risulta essere statico e monolitico rispetto alle situazioni economiche che, nella materialità delle vite, mutano con grande rapidità.

Foto di Tommaso Palmieri

Se già in tempi di presunta normalità, un parametro del genere, magari basato su proprietà di genitori o nonni nello stesso nucleo familiare, non rispecchia la realtà delle risorse economiche delle famiglie, al giorno d’oggi risulta ridicolo dover sottoporre l’ISEE del 2018 per ottenere la borsa di studio o l’esenzione dalle tasse nel 2020. Quante cose possono cambiare in due anni… Pensiamo solo a quante cose sono cambiate da febbraio ad oggi. Vediamo oggigiorno interi settori economici al collasso, la prossima perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, un servizio sanitario nazionale con l’acqua alla gola. In tutto questo c’è ancora chi chiede tasse altissime per servizi dimezzati, non si fa scrupolo ad inviare more a partire dal primo giorno di ritardo nei pagamenti, e che richiede un parametro fiscale totalmente inadeguato.

Altro parametro che, in combinazione con l’ISEE, determina l’accesso al welfare studentesco è il raggiungimento di una soglia di CFU.

 Anche in un anno come questo, con l’interruzione di accesso alle aule studio e ai servizi bibliotecari con connessioni internet intermittenti e a nostro carico, in una pandemia che ha portato tantx di noi ad ammalarsi o che ci ha portato via persone care, la preoccupazione dell’UniBo è stata che copiassimo, “che rubassimo” CFU, proprio quei CFU che spesso sono strumento di esclusione dalle borse di studio e dagli studentati, che spesso sono per noi irraggiungibili vista la precarietà delle nostre vite, vista la necessità di lavorare sempre di più per mantenersi in una città cara come quella di Bologna.

E’ tempo di cambiamento nell’Università. E’ quanto mai urgente decostruire il ruolo dell’ISEE e del “merito” nell’accesso alle misure di diritto allo studio. Altrettanto urgente è ripensare il diritto allo studio nella sua complessità, facendo i conti con la precarietà delle nostre vite ed una crisi economica sempre più profonda e ricorrente. Il proseguimento dell’Anno accademico e della vita di studenti e studentesse non è sostenibile senza l’ANNULLAMENTO DELLE TASSE D’ISCRIZIONE e LA CONCESSIONE DI UN REDDITO STUDENTESCO A TUTTE E TUTTI.

Blitz in Rettorato “Vogliamo risposte!”
17/06/2020
Foto di Tommaso Palmieri

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