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SIAMO STANCHE DEL SILEZIO DI UNIBO

Mercoledì, stanchə del silenzio assordante ed altrettanto insopportabile dell’Unibo davanti alle nostre richieste, esaustə della violenza strutturale che esercita, nelle forme più disparate, dal ricatto temporale a quello di merito, ricatti spesso impossibili da sopportare, costrettə a destreggiarci tra ansia costante e senso di colpa per non essere mai abbastanza, col peso del fallimento sulle spalle perché incapaci di correre e produrre a ritmi incessanti e frenetici, abbiamo deciso di occupare il rettorato, centro del potere decisionale, fulcro della violenza di cui, purtroppo, in questi anni, abbiamo visto i lati più crudi e brutali. Frequentare l’Università, da sempre descritta come ascensore sociale con il mito dell’operaio con il figlio dottore, diventa sempre più impossibile, tra tasse altissime e città-vetrina sempre più inospitali per lə studentə, all’occorrenza capro espiatorio e polli da spennare perché, agli occhi di palazzinari e speculatori, costituiscono una grossa fetta di mercato estremamente appetibile.

Le tasse, sempre più alte, calcolate sulla base dell’ISEE presentato prima dell’arrivo del COVID-19 e che risulta, di fatto, inesatto e poco accurato, non a caso vedremo i primi effetti della pandemia sull’ISEE da presentare per il 2022, non state abbassate di un centesimo, nonostante per tantə di noi sia stato un forte periodo di crisi anche e soprattutto economica, in tantə abbiamo conosciuto la precarietà e l’incertezza economica, tantə di noi hanno perso il lavoro a causa delle chiusure di quelle attività non considerate essenziali, come quelle legate al mondo della ristorazione e che per anni ci hanno visti dietro i banconi, in cucina o ai tavoli, sfruttati. Nessun taglio, nessun condono, le tasse sono rimaste lì, come le more in caso di ritardi nei pagamenti, puntualissime e pronte a punire chi, nel pieno di una crisi pandemica ed economica, non sapeva come vivere.

Bologna, da tempo ostaggio di palazzinari e speculatori, è inospitale per lə studentə, gli affitti sono sempre più cari, cercare casa è un’odissea, tra centinaia di annunci presi d’assalto e tuguri affittati a peso d’oro, la domanda supera di gran lunga l’offerta. Le agenzie immobiliari hanno come obiettivo finale la tutela dei padroni di casa, il divano di casa di alcunə amicə mentre si cerca casa sembra essere diventato tappa imprescindibile. L’unica risposta che arriva è la costruzione di studentati di lusso, inaccessibili a tantə di noi, dove il costo di una doppia arriva a 600 euro, in contrapposizione a quelli già esistenti, di gestione pubblica, dormitori asettici, spesso lontani dal centro. A breve, le lezioni torneranno completamente in presenza e per tantə la casa sembra essere ancora un miraggio. Vogliamo che il rettore si faccia garante e che il prezzo degli affitti venga calmierato, affinchè una casa dignitosa per chiunque sia un diritto e non un lusso per pochə. L’Alma Mater, così come del resto anche il Comune di Bologna, dispone di una serie di edifici vuoti, al momento sfitti e vuoti, spazi che potrebbero essere tranquillamente restaurati e messi a disposizione della comunità studentesca.

Il sogno di poter studiare a Bologna si sgretola davanti agli occhi di chi, avendo presentato domanda per la borsa di studio e/o lo studentato, pur rientrando a pieno nei requisiti, non ottiene alcun beneficio, se non l’esenzione totale dalle tasse, perché i fondi non sono sufficienti per garantire a chiunque presenti domanda di poter ottenere agevolazioni per il diritto allo studio. Vogliamo che il Rettore si faccia carico di ognunə di loro, affinchè nessunə risulti più idoneə ma non beneficiariə. La violenza che l’Alma Mater esercita, da tempo, sulle nostre vite, non si ferma solo ai ricatti temporali che puniscono chiunque non riesca a laurearsi per tempo o a pagare le tasse, imprescindibili per poter continuare a svolgere esami, vive anche e soprattutto nei ricatti di merito.

Per poter ottenere e per poter mantenere la borsa di studio, non basta vivere una condizione di precarietà economica, è necessario dare un numero minimo di CFU, sottoponendo lə borsistə ad un forte clima di ansia e pressione, costrettə a dare esami in qualsiasi condizione, costrettə ad accettare qualsiasi voto. Vogliamo la fine, immediata di ogni ricatto temporale e di merito!Le nostre istanze sono state ascoltate da Federico Condello, delegato per il garante degli studenti, che con tanto paternalismo e con uno sguardo di estrema sufficienza, ci ha infantilizzatə, come a dirci che il mondo dei grandi è un altro, come se fossimo delə illusə, che per fare le cose ci vuole del tempo, che niente è immediato. Il Rettore non pervenuto.

Il problema? Non c’è più tempo, non ne possiamo più di ricatti temporali e di merito, di una vita scandita da ansia e senso di colpa, di case fatiscenti. Il tempo dell’azione è ora, non domani!”

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