// Socialità, musica, mostre fotografiche, autotutela collettiva //

Era l’ottobre 2020 quando dalle montagne del sud est messicano il supcomandante Moisés annunciava l’intenzione di realizzare un viaggio per la vita che avesse come prima tappa l’Europa. L’EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale) ha sempre stupito per la sua capacità di creare immaginari di un altro mondo possibile e, allo stesso tempo, di metterli in pratica. Nel 1994 nessuno credeva fosse possibile che un gruppo di indigeni si potesse ribellare al grido di “tetto, terra, lavoro, pace, salute, educazione, indipendenza, democrazia, libertà”. Eppure, dopo oltre ventisette anni, quelle parole sono ancora vive nell’esperienza delle comunità zapatiste del Chiapas.
Oggi, a 500 anni dalla caduta di Tenochtitlán, l’EZLN ha intrapreso un viaggio a ritroso dall’America all’Europa, la gira por la vida. Non per conquistare ma per unire. Non per pretendere delle scuse ma per ascoltare.

Un primo gruppo, l’Escuadrón 421, è sbarcato in Galizia a giugno dopo oltre cinquanta giorni di navigazione a bordo del veliero la Montaña ribattezzando il Vecchio Continente Slumil K’ajxemk’op (Terra Indomita). Il 14 settembre è atterrata a Vienna la prima delegazione aerotrasportata de La Estemporanea, seguita subito dopo dal secondo gruppo. Il 22 settembre, infine, sono arrivati anche gli attivisti e le attiviste del Consejo Nacional Indígena e del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra y el Agua. L’invasione è cominciata e dal 10 ottobre arriverà in Italia.

Anche Bologna si prepara ad accogliere la gira zapatista!

Il viaggio oltreoceano farà tappa anche all’Università di Bologna, negli spazi della Piazza Studio Occupata di Via San Giacomo 11, luoghi in cui saperi dal basso, musica, dibattiti, confronto, assemblee si sono susseguiti in questi mesi e che continuano a vivere delle pulsioni che noi studentə sentiamo. Continuiamo a risignificare lo spazio universitario e urbano per entrare nei cambiamenti, per creare sempre più spazi di rottura, lotta, autonomia! Continuiamo a desiderare e immaginare mondi diversi che l’esperienza zapatista ci fa vedere come realtà.