"Il passato è perso!". Con queste parole, appena un anno fa, analizzavamo il radicale stravolgimento che stava per investire l'esistenza umana. Dall'intimità delle nostre case alla possibilità di relazione col mondo, siamo stat catapultat in un "presente senza tempo" chiamato pandemia, costrett alla creazione di una nuova e precaria routine capace di sopportare repentine metamorfosi. A Bologna, questa eruzione magmatica ha sicuramente sovrastato le reliquie della vecchia normalità che le si ponevano davanti, scorrendo però in canali di fattura ben più antica rispetto allo scorso marzo, inscrivendosi in tendenze già individuabili nella realtà pre-covid. Anzi, si potrebbe dire che in fin dei conti il virus abbia realizzato i sogni più agognati dalle schiere di benpensanti: una zona universitaria letteralmente spoglia e deserta, snaturata, priva di quel suo calore esuberante, moribonda, in cui ormai il marmo vuoto dei portici riecheggia della socialità che un tempo lo attraversava. Non si può certamente negare quanto la crisi economico-sanitaria abbia influito nella nuova conformazione delle nostre vite, ma bisogna essere sinceri e riconoscere i giusti meriti a tutti gli altri attori - da sempre - in campo nella partita per la città, che con gran ingegno hanno saputo sfruttare al meglio l'occasione fornita dalla tragedia pandemica. A colpi di burocrazia, le varie amministrazioni sono riuscite ad ottenere il passaggio semantico su cui da tempo lavoravano, ovvero la traslazione da "zona universitaria" (quindi della comunità studentesca con la sua essenza fortemente meticcia) a "zona dell'università" (quindi dell'istituzione in sé e per sé). Una differenza tanto formale quanto sostanziale, capace di fare inaridire quelle strade un tempo rigogliose di vita, fino a renderle calpestabili esclusivamente se necessario, cioè per prendere un libro in prestito, o per studiare in biblioteca, o per andare seguire una lezione in presenza. Un velo intinto di utilitarismo e cloroformio ricopre via Zamboni, preservandone il torpore.
Read More »MARTIN E’ LIBERO DI TORNARE A BOLOGNA
Revocato il divieto di dimora a Martin per il corteo antifa.
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