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QUESTIONE ABITATIVA – UNIBO: DOPO UN ANNO A CHE PUNTO SIAMO?

È ormai passato quasi un anno dall’inizio della crisi pandemica e ancora ci troviamo a fare il punto della situazione e a interrogarci su quali provvedimenti abbia preso l’Unibo per agevolare studentesse e studenti che in un periodo del genere si sono trovat* in enorme difficoltà a causa delle condizioni materiali che questa crisi economico-sanitaria ha portato.

L’ Università di Bologna in questo periodo non ha sopperito in nessun modo ai problemi di natura economica, ma non solo, con cui molt* di noi hanno dovuto fare i conti.

In un momento in cui student, famiglie, lavoratori/ici hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione i canoni d’affitto non sono comunque diminuiti, anzi. La maggior parte dei sussidi economici infatti sono stati dati esclusivamente a proprietari di case, senza tener conto di cosa significhi continuare a pagare affitti, bollette, tasse universitarie per student che si sono trovati sulle spalle il peso della crisi economica.

Di certo a Bologna la questione abitativa non è una problematica nuova dettata dalla crisi pandemica, ma un’emergenza sistemica che ha caratterizzato da sempre questa città. Si è sempre fatto finta di nulla rispetto alla presenza di innumerevoli spazi vuoti e abbandonati che potrebbero diventare alloggio per molt*.

È ormai da anni che la città di Bologna e l’Università si stanno affidando a privati per garantire un “diritto allo studio” che sembra sempre di più essere appannaggio e privilegio per poch. Il comune di Bologna infatti promuove l’apertura di studentati privati di lusso , come lo Student Hotel, che dovrebbero sopperire alla mancanza di soluzioni abitative ma si tratta di strutture private d’élite i cui prezzi per le stanze sono totalmente inaccessibili per la maggior parte degli student.

Tutto ciò avviene in un totale silenzio assenso da parte dell’Università di Bologna che non si fa carico di quelle che sono le necessità dei propri studenti e delle proprie studentesse e piuttosto da la sua approvazione al disboscamento del Bosco degli Svizzeri – in zona Lazzaretto – per la costruzione di uno studentato pubblico, come se fosse la cementificazione ció di cui si ha bisogno e non la rigenerazione urbana e il recupero di immobili abbandonati.
Dal 2004 l’Unibo non si preoccupa di finanziare la costruzione di studentati pubblici o di migliorare le condizioni di quelli che già esistono, in cui i posti, a seguito dell’emergenza sanitaria, sono stati dimezzati, gli affitti sono aumentati e che all’inizio dell’epidemia non garantivano nessun tipo di tutela igienico-sanitaria.

L’Università di Bologna invece di garantire a tutt* soluzioni abitative, continua a speculare su corpi e territori.
Non può comunque bastare qualche studentato in più, tutti e tutte devono potersi permettere di avere un tetto sulla testa e poter quindi vivere serenamente la scelta di frequentare un’università. Servono soluzioni abitative serie che possano garantire un’abitazione a prezzi accessibili a chiunque ne abbia bisogno, senza lasciare nessun* indietro

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