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L’UNIVERSITA’ SIAMO NOI! – ASSEMBLEA ON-LINE

L’Università siamo noi! – Dibattito aperto per la costruzione di iniziativa contro la gestione della pandemia da parte di Unibo

Esattamente un anno fa il nostro mondo si è fermato, un lockdown generalizzato ha congelato le nostre esistenze. Nonostante questo stand-by, nonostante il fatto che la pandemia non sia stata solo una costante minaccia alla nostra salute fisica ma abbia anche comportato un carico di stress, paura e sofferenza non indifferenti, nonostante la crisi sanitaria, che è stata ed è anche economica e sociale, la nostra università, nel nome del proprio prestigio, ha continuato ad imporre ritmi produttivi che non hanno mai smesso di essere frenetici.

Ad oggi, marzo 2021, ci troviamo ad un passo da tante scadenze cruciali, rimaste pressoché invariate, quasi come non fossimo immers in una sindemia: conseguimento dei cfu per l’ottenimento delle borse di studio, imminenza del fuori corso, tasse da pagare – commisurate all’Isee di due anni fa e ancora salatissime malgrado l’intermittenza e la carenza dei servizi offerti dall’ateneo.

Ancora una volta l’università neoliberale si mostra per ciò che è, una macchina produttiva abilissima a reinventarsi in base alle occasioni che le si presentano, anche a costo di lasciare indietro tanti e tante. Sgomitare, eccellere, stare nelle tempistiche imposte: questo è l’unico metodo prescrittoci, l’unico modo di essere traghettat verso il mondo del lavoro, che ci dicono essere il nostro obiettivo. Quello che ci viene richiesto non sono solamente i soldi, ma il nostro tempo – sottrattoci e messo a valore – come prezzo da pagare per costruirci un posto “dignitoso” all’interno della società. Innovazione e digitalizzazione, i cardini della metamorfosi di UniBo in pandemia e oltre, potrebbero costituire dei mezzi di inclusione e allargamento della possibilità di accedere alla formazione. Quello che invece succede, è una strumentalizzazione della didattica a distanza al fine di sopperire alla mancanza di reddito, welfare studentesco e reale accessibilità alla città: l’azienda UniBo coglie l’occasione per incrementare i suoi profitti e togliersi dall’impiccio di dover offrire e garantire soluzioni reali a chi invece ha il desiderio di stare a Bologna e vivere l’università come spazio di esistenza a tuttotondo e non solamente come luogo di passaggio, funzionale, necessario.

Questo approccio utilitaristico, reso più che esplicito dalle bozze di recovery plan, è esattamente ciò che porta competizione e produttività ad essere i principali criteri d’investimento nei processi – già in atto – di rinnovamento dell’università. Per noi, però, il cambiamento non deve misurarsi su queste parole d’ordine. Questo è invece il momento in cui conquistare il nostro spazio all’interno della ricostruzione dell’università e, insieme agli altri soggetti che compongono e soprattutto animano il mondo della formazione, vogliamo che l’università cambi secondo i nostri bisogni e i nostri desideri, vogliamo essere più che semplici spettatori, vogliamo essere noi la voce narrante di questa storia.

Per tutti questi motivi, è fin dal suo inizio che partecipiamo con interesse ed entusiasmo al dibattito di Brain UniBo, spazio di confronto e convergenza tra tutti i segmenti del mondo accademico bolognese e non solo, per creare una critica costruttiva che ci porti tutt insieme verso l’università del futuro. Per noi è essenziale incontrarci, riconoscerci, discutere tra student per poter arricchire quel dibattito e arrivare alle giornate di mobilitazione lanciate da Brain stesso con contributi sempre più densi e condivisi.

Oltre a questo, per noi il tentativo di risignificazione, su nostra misura, dell’università è già cominciato: abbiamo riempito la zona universitaria con momenti di autogestione, abbiamo costruito insieme saperi che ci rispecchiassero, abbiamo aperto spazi di confronto per immaginare insieme un’UniBo altra. Per noi Piazza Studio Autogestita e le lezioni in Piazza Verdi hanno significato questo, e nonostante l’aumento drastico dei contagi ci imponga la provvisoria sospensione di questi momenti di vicinanza, non possiamo rimanere ferm, invisibili e inascoltat.

È il momento di rispedire al mittente tutta la sofferenza che abbiamo dovuto affrontare, costruendo insieme richieste chiare e conquistando quello che non ci viene garantito ma di cui noi abbiamo bisogno!

Incontriamoci, organizziamoci, agiamo!

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