(QUESTO EDITORIALE E’ USCITO IN VERSIONE CARTACEA IN OCCASIONE DELLA FESTA ORGANIZZATA L’8 GIUGNO “UNOFFICIAL SCHOOL PARTY” ALL’EX CENTRALE DEL LATTE DI VIA DI CORTICELLA 129)
Cosa è stato quest’anno di Scuole in Lotta?
Il 2022 ha sancito la nascita di Scuole in Lotta, collettivo capace di collegare tutte le istanze delle scuole bolognesi che nasce dall’esigenza di rompere quel tessuto metropolitano che ci vede solo come carne da dare in pasto al potente di turno. Per noi trovarci in assemblea è trovare collettivamente le modalità di cambiare, sovvertire questo presente per renderlo a misura dei nostri desideri. Scuole in Lotta Bologna nasce dall’esigenza di riunirsi in un’assemblea propria e autonoma, slegata da partiti, sindacati confederali o organizzazioni universitarie. Questi sei mesi di fuoco che hanno acceso la prima metà del 2022 rendono sicuramente quest’anno un periodo di dura lotta e una tappa importante per quanto riguarda la lotta studentesca, specialmente a Bologna, città la quale non vedeva un’occupazione scolastica dal 2016 e che mai ne aveva viste così tante nel giro di poco tempo. Come collettivo noi sentiamo di aver dato un grande contributo a quest’anno di lotta; a partire dalle occupazioni siamo statx presenti in gran parte di esse e ci siamo dimostratx sempre prontx e in grado di dare una mano; coordinati a livello nazionale, usciti dall’assemblea del movimento della Lupa del 5 – 6 febbraio, abbiamo chiamato in piazza Aldrovandi tuttx le studentx di Bologna per andare a bussare alle porte del provveditorato, provveditorato dove risiedono i responsabili di una scuola che ci deprime, ci sfrutta e ci ammazza. La data del 18 è e rimarrà una data importantissima, l’impatto che c’è stato alle porte del provveditorato ha fatto sì che la città sentisse finalmente il nostro grido, il grido di un’intera generazione stanca di questa scuola!
Cosa Vuol Dire per Noi Occupare?
Occupare per noi vuol dire riappropriarci dei nostri spazi, la scuola per noi studentx è una seconda casa, è un luogo dove trascorriamo gran parte del nostro tempo, in cui (almeno in teoria) dovremmo impa-
rare a ragionare, analizzare e a costruire pensieri sul mondo e su ciò che accade in esso. La scuola in questo fallisce miseramente.
Studenti e studentesse l’hanno dimostrato: questa scuola non ci piace, non ci appartiene. Vogliamo i nostri spazi dove poter socializzare, pretendiamo tempo per poter conoscere ciò che riteniamo importante. Occupare la scuola per noi vuol dire sperimentare, anche se per poco, una scuola diversa: che possa insegnare come ragionare e come avere un pensiero critico, in cui la socialità possa essere vissuta realmente, un luogo che trasmetta saperi antifascisti, antisessisti e antirazzisti.
Per noi occupare vuol dire rimettere al centro i nostri corpi, porre al primo posto i nostri saperi, sabotare il sistema che è marcio. Tutto ciò significa inoltre mettere in discussione il sapere nozionistico degli insegnanti, riprenderci quel tempo che ci viene tolto con ritmi sempre più stressanti, saper autogestire i nostri spazi, oltre ad essere attenzionati. Occupare quindi per noi vuol dire respirare libertà!
Contro il PCTO perché non si può morire di scuola
La scuola non costituisce un mondo esente da ogni logica capitalista, ormai fossilizza anche la creatività dell’insegnamento, poiché appunto dal suo interno e a causa del profitto privato vi è una volontà di applicare al sistema scolastico metodi di gestione manageriali di un impresa. Le scarse risorse formative della scuola, inoltre non bastano a far fronte ad un mondo sempre più complesso e diventano sempre meno nobili eticamente nel momento in cui vengono sormontate dall’interesse primario del sistema scolastico divenuto azienda: il profitto. Constatato ciò, è possibile analizzare che in questo scenario si creino gli stessi meccanismi di sfruttamento tipici di questo sistema durante gli stage delle scuole superiori, nell’alternanza scuola-lavoro o nel PCTO. Oggi possiamo ricordare Giuseppe, sedicenne ucciso durante il tirocinio e Lorenzo, morto schiacciato da una putrella per mancata sicurezza nei luoghi di lavoro in alternanza scuola-lavoro. La lista di giovani che hanno avuto incidenti nell’azienda in cui praticavano il PCTO o che sono morti proprio a causa di ciò, non termina qui. In quanto Scuole in lotta chiediamo l’abolizione dell’alternanza e abbiamo già manifestato queste idee sia durante il corteo del 18 Febbraio, sia con i lavoratori e le lavoratrici nella manifestazione del 20 Maggio, poiché crediamo che anche se noi e lx operaix abbiamo obiettivi diversi, siamo comunque unitx contro ogni dinamica di sfruttamento.
“NE CON PUTIN NE CON LA NATO” 23-02-22
Sabotiamo la GUERRA
La guerra in Ucraina non va a toccare solo le vite e il futuro della fascia più giovane della popolazione, ma diviene un fenomeno utile alla comprensione delle varie propagande e del funzionamento della nostra politica attuale. Il nostro collettivo si schiera apertamente contro i due blocchi coinvolti nella guerra: NATO e Putin, poiché crediamo solo nella lotta dellx oppressx contro il padrone, non nella guerra tra poverx voluta dai padroni. La NATO è un’ associazione criminale che può finanziare dittature solo per avere una politica estera favorevole, che si propone come portatrice di democrazia con la stessa retorica ottocentesca che descriveva il colonialismo come un fenomeno di civilizzazione dell’uomo occidentale. Putin è un despota che si nasconde dietro la presunta “denazificazione” dell’Ucraina quando si vuole appropriare di un termine che appartiene alla sconfitta di un regime, proprio lui che ha creato una dittatura fondata sul culto della sua persona. L’Europa si è dimostrata inefficace a ribellarsi contro il volere degli americani con l’invio delle armi in Ucraina perpetuando la guerra. Scuole in lotta si schiera contro la militarizzazione e il finanziamento alle armi, queste tematiche le abbiamo già manifestate nel corteo Ne Con Putin Ne Con La NATO del 25 febbraio, del 25 Aprile e il 2 Giugno a Coltano contro l’insediamento di una nuova base militare. Reclamiamo l’autodeterminazione dei popoli e degli individui, poiché oltre ai diritti umani negati durante la guerra, non può sussistere in quel contesto l’emancipazione in special modo delle donne e delle minoranze. Siamo stufi inoltre che di fronte al cambiamento climatico e alla nuova problematica del gas e delle risorse, si parli ancora di greenwashing, non affrontando l’ambientalismo seriamente, quindi rivendichiamo i valori ecologisti come visione di un mondo che vuole più giustizia sociale.
Basta Repressione, LIBERX TUTTX!!
Durante il corso di quest’anno scolastico Scuole in lotta ha attraversato varie occupazioni e si è resa attiva di una costruzione di un dibattito anche per quanto riguarda la repressione vissuta. Ogni gesto politico è simbolo di una contestazione e presa di coscienza e le occupazioni, in particolar modo quella del Copernico e del Manfredi Tanari sono state quelle più soggette alla repressione. Una repressione che consiste in un aumento della pressione psicologica e della mole di studio con giorni di sospensione e un abbassamento del voto in condotta, solo per aver rivendicato i propri diritti e aver contestato apertamente l’istituzione. Quando la voce degli studenti e delle studentesse inizia a plasmare un contesto di dibattito, il sistema scolastico reagisce non attraverso un’analisi dei problemi manifestati, ma con rabbia e repressione, poiché non interessato al dialogo, ma solo al proprio profitto, che non comprende l’educazione studentesca. Siamo stanchi di una narrazione unidirezionale propinata dai giornali che vuole gli studenti e le studentesse occupanti come “vandali”, perché se le scuole ci valutano come degli incivili, significa che la formazione ha fallito, incapace di plasmare secondo il loro parere degli individui coscienti, ergo il sistema scolastico assieme al paese ha fallito. Siamo consapevoli però della falsità di queste accuse, come la retorica che vuole i giovani sempre più passivi e alienati. Lo hanno dimostrato le manifestazioni studentesche a Roma e a Torino in cui la polizia ha risposto ai cortei con le manganellate, mentre il 18 Febbraio solo alcune città come Bologna hanno avuto confronti con la Digos e la polizia, ma senza subire tutta la violenza della repressione, manifestata in altri cortei. Scuole in lotta a fronte di quest’anno scolastico rivendica il diritto di contestare il potere e di abbattere la repressione.
Inoltre non possiamo non pensare a Sara, Francesco, Emiliano e Jacopo e tuttx le studentx torinesi che scese in piazza per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro sono state incarcerate, messe ai domiciliari o
subiscono quotidianamente violenze da quel sistema repressivo che è lo stato. LIBERX TUTTX!
Non si può Morire di Scuola! Per una Vita BELLA!
I giovani nella politica attuale passano sempre più inosservati e le loro problematiche non vengono mai prese sul serio, tacciate come inesistenti e infondate. Ciò di cui si macchia il sistema è l’indifferenza con cui distanzia dalle generazioni precedenti quelle nuove, chiudendo quest’ultime in un circolo vizioso di silenzi nei quali è impossibile esprimere la propria sofferenza, frustrazione o disagio psicologico. E’ impossibile plasmare una società attiva che si possa rinnovare, se non si constata che il futuro su cui il sistema si regge è costituito da una fascia giovanile, che lamenta sempre più disturbi dello sviluppo, ansia, depressione e malessere psicologico. Una delle cause è da imputare a questo sistema che bombarda di stimoli costanti, che è progettato solo sulla logica del profitto e che non bada agli affetti negativi che esso provoca. La conseguenza sarà un disagio che se rimarrà inascoltato, inciderà e comprometterà non solo il futuro delle nuove generazioni, ma tutta la società. La scuola in tutto questo ha un ruolo fondamentale poiché essendo l’unico organo istituzionale che si occupa di formazione e il solo che ha una massima interazione con i più giovani, dovrebbe prevedere una presenza strutturale di psicologi scolastici per intercettare le situazioni prima che si aggravino, al fine di aiutare gli studenti, ma nè nel 2021, nè nel 2022 è stato firmato il protocollo tra Ministero e l’Ordine degli psicologi. Scuole in lotta in quanto collettivo interscolastico ha affrontato queste tematiche e le ha portate in piazza come durante il corteo del 18 Febbraio, anche durante lo sciopero dalle scuole e dall’università indetto l’8 marzo in occasione dello sciopero transfemminista internazionale facendosi portavoce anche del malessere studentesco, poiché è proprio quando le istituzioni sminuiscono le problematiche studentesche, che bisogna alzare la voce reclamando i propri diritti al benessere psicologico.
VOGLIAMO UNA VITA BELLA,
BASTA RICATTI
VOGLIAMO UNA VITA BELLA!
I giovani nella politica attuale passano sempre più inosservati e le loro problematiche non vengono mai prese sul serio, tacciate come inesistenti e infondate. Ciò di cui si macchia il sistema è l’indifferenza con cui distanzia dalle generazioni precedenti quelle nuove, chiudendo quest’ultime in un circolo vizioso di silenzi nei quali è impossibile esprimere la propria sofferenza, frustrazione o disagio psicologico. E’ impossibile plasmare una società attiva che si possa rinnovare, se non si constata che il futuro su cui il sistema si regge è costituito da una fascia giovanile, che lamenta sempre più disturbi dello sviluppo, ansia, depressione e malessere psicologico. Una delle cause è da imputare a questo sistema che bombarda di stimoli costanti, che è progettato solo sulla logica del profitto e che non bada agli affetti negativi che esso provoca. La conseguenza sarà un disagio che se rimarrà inascoltato, inciderà e comprometterà non solo il futuro delle nuove generazioni, ma tutta la società. La scuola in tutto questo ha un ruolo fondamentale poiché essendo l’unico organo istituzionale che si occupa di formazione e il solo che ha una massima interazione con i più giovani, dovrebbe prevedere una presenza strutturale di psicologi scolastici per intercettare le situazioni prima che si aggravino, al fine di aiutare gli studenti, ma nè nel 2021, nè nel 2022 è stato firmato il protocollo tra Ministero e l’Ordine degli psicologi. Scuole in lotta in quanto collettivo interscolastico ha affrontato queste tematiche e le ha portate in piazza come durante il corteo del 18 Febbraio, anche durante lo sciopero dalle scuole e dall’università indetto l’8 marzo in occasione dello sciopero transfemminista internazionale facendosi portavoce anche del malessere studentesco, poiché è proprio quando le istituzioni sminuiscono le problematiche studentesche, che bisogna alzare la voce reclamando i propri diritti al benessere psicologico.
PARADE PER IL COMPLEANNO DI SPLIT 11-05-22