Bendato, picchiato e torturato. E’ quello che è accaduto a Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna noto in Egitto per il suo impegno nel campo dei diritti umani.
Le accuse dalla procura sarebbero cinque e si va da “diffusione di false informazioni per minare la stabilità nazionale” e “incitamento a manifestazione senza permesso”, oltre a “tentativo di rovesciare il regime, uso dei social media per danneggiare la sicurezza nazionale, propaganda per i gruppi terroristici e uso della violenza.”
Quello che è emerso immediatamente è che le indagini sul giovane sono iniziate a fine settembre dello scorso anno quando il paese si trovava in stato di allerta a causa delle manifestazioni contro il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi presenti in tutto il paese.
La Procura di Mansoura sud ha deciso per lui una custodia cautelare di 15 giorni.
Ciò che c’è di amaro, oltre la vicenda in sé, è la mancanza di presa di posizione netta da parte dell’Università di Bologna.
L’ennesimo caso di uno studente ricercatore che scompare nel nulla. Che viene torturato perché ‘minaccerebbe l’immagine della dittatura’.
Ma non ci daremo pace finché anche questo fratello non sarà libero.