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Quest’anno accademico, diviso tra l’emergenza pandemica e quella bellica, noi giovani precariə delle scuole, dell’università, dei lavoretti (più o meno) smart per arrancare fino alla fine del mese, ci siamo sentitə ripetere fino allo sfinimento come le nostre vite, i nostri desideri, il nostro presente non solo non fosse prioritario, ma nemmeno spettasse a noi. Siamo state private di spazi e tempi in cui stare insieme, esprimerci, formare un punto di vista critico: siamo state incastrate in una narrazione dominante, una bolla difficile da infrangere. In un presente di complessità e crisi che segna un cambio di passo difficile da ignorare ci troviamo schiacciate sotto una bandiera della pace che è un fardello fatto di armi ed investimenti nelle spese belliche: come sempre, anche questa guerra tra imperialismi è pagata con i nostri morti; è sempre per mano degli interessi economici sovrani e di un mondo del lavoro che di fatto è mondo dello sfruttamento che abbiamo visto morire due nostri coetanei, compagni di scuola, Lorenzo e Giuseppe, uccisi dalla precarietà; è per mano di un sistema patriarcale e violento che troppe nostre sorellə subiscono – e a volte cadono – giorno dopo giorno. Ad ogni desiderio di alzare la testa riceviamo come risposta la chiusura di spazi, le sospensioni, le denunce, ogni nostro tentativo di espressione dal basso viene sorvegliato e poi represso, arginato.

La zona universitaria ed in particolare Piazza Verdi è però il fulcro della nostra lotta quotidiana per fare sentire le nostre infinite, molteplici voci, è uno spazio di contesa nell’immaginare una forma di mondo diversa, dove l’unica guerra sia quella ad ogni forma di oppressione, dove ogni spazio sia intreccio di vite e mai vincolo, dove la nostra possibilità di esistere non sia disciplinata dalle decisioni della giunta comunale e della questura.

Per questo motivo, abbiamo il desiderio di costruire, collettivamente e dal basso, uno spazio di espressione libero dalle logiche del consumo (di socialità e di cultura), uno spazio che possa essere safer per tutte le soggettività che hanno il desiderio di attraversarlo, un momento che entri in rottura con una narrazione dominante che pretende di incanalare il nostro sguardo sul mondo. Cerchiamo poetesse, musiciste, performer, teatranti, artiste che abbiano voglia, insieme a noi, di riappropriarsi di un piccolo frammento di città per una giornata, e di inventarlo su nostra misura.

È con il cuore gonfio di dolore che dedichiamo questa giornata a Valerio Evangelisti, compagno di sempre, che con le sue parole ha dipinto il rosso sol dell’avvenire, accompagnandoci nelle lotte di ieri e che sarà al nostro fianco, con tutto ciò che ci ha lasciato, anche in quelle di domani.

16 GIUGNO 2022 DALLE ORE 17.00 CON

Giampiero Rigosi, Sergio Rotino, Vincenzo Bagnoli, Maria Luisa Vezzali, Bartolomeo Bellanova, collettivo Musa, Alex Pinca, Caterina Profico, Seraina Emery, Andrea Lindelli, Reading musicale per Sante – Senderos de viento, Martina Campi e Mario Sboarina – Memorie dal sottosuono, Eugenia Galli, Mezzopalco, Improvvisazione elettroacustica: Biagio Cavallo, Antonio Freno, Dario Boschi, Improvvisazione elettroacustica: Nicola Venturo, Andrea Sanna, B sera, Amianto, Digiuno aka Socio+ DJ Trycatch, Boiled Master and more…

BANCHETTI DI: libreria Modo, Athena, Mujeres libres , Non Una Di Meno, Rivolta Pride, Bside, mit Radio bestemmia, Margaux, Anna Seghedoni, Sara Caleffi,Movimenti in-chiostro, Fichissime, Fari-araba fenice, Tonk-knot