Ieri, siamo partitɜ insieme da Piazza Verdi, unitɜ dall’intento di attraversare liberamente le strade della nostra città, gridando a gran voce la nostra rabbia, istigata dal taglio di una misura di contrasto della povertà quale è il Reddito di Cittadinanza e contro la propaganda bellicista.
Più e più volte, durante il percorso, il corteo ha subito intimidazioni da parte delle Forze dell’Ordine, venendo ostacolato nel suo obiettivo: terminare la passeggiata collettiva in via Mascarella, davanti alla lapide del compagno Francesco Lorusso, assassinato da un carabiniere durante una manifestazione studentesca, nel ’77.
Un tragitto verosimilmente fattibile, se non fosse per un vero e proprio plotone di 50 agenti della Digos, animato dall’impellente istinto di malmenarci con pugni, calci, spintoni, strattonamenti, minacce, sputi.
Affrontando a testa alta i loro tentativi di fermare i nostri corpi e le nostre istanze con una brutale aggressione, abbiamo superato i cordoni intimidatori della Polizia e, raggiunta via Mascarella, ci siamo direttɜ verso il cuore della zona universitaria, occupando il cortile di via Zamboni 36 per darci man forte a vicenda e discutere collettivamente della violenza poliziesca appena subita.
Questo è il vero volto del Governo Meloni, delle Questure, di questo Paese: Forze dell’Ordine che si cimentano in una rissa da bar con l’intento di spegnere le rivendicazioni del precariato sociale, difendendo al contempo la propaganda di guerra, la crudeltà e l’umiliazione.

Nonostante moltɜ manifestanti abbiano dovuto ricorrere a cure ospedaliere, non perdiamo il sorriso sul volto quando gridiamo che NON CI FACEVATE PAURA PRIMA, NON CI FARETE PAURA NEMMENO ORA. LE STRADE SONO NOSTRE E ALLE VOSTRE INTIMIDAZIONI BLOCCHEREMO IL PASSAGGIO!