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PRIORITA’ O STRUMENTALIZZAZIONE?

Col finire dell’estate, mentre le foglie degli alberi iniziano ad ingiallire, sbocciano rigogliosamente nuovi Dpcm del governo e la fragile realtà pandemica a cui – forse e in parte – ci eravamo disabituati torna ad esondare nella quotidianità delle nostre vite.
Già la settimana scorsa abbiamo assistito all’emanazione di misure d’ordine pubblico atte a limitare i ritmi della movida su tutto il territorio nazionale, stasera a reti unificate verrà trasmesso in diretta il discorso del premier Conte che illustrerà le ulteriori decisioni del governo per arginare la nuova ondata di contagi. In poche parole: se fino a tre mesi fa sull’altare del turismo estivo era sacrificabile qualsiasi tutela della salute collettiva, oggi invece, terminato il periodo del business, quest’ultima torna ad essere un solido alibi per il contenimento della tanto disprezzata socialità.

In questo meschino panorama di strumentalizzazione mediatica si colloca la recente chiusura di Piazza Verdi, che come altri punti della città è stata marchiata col fuoco in quanto vaso di Pandora e quindi “sorgente di tutti i mali presenti”. Infatti, rimane un mistero in che modo le amministrazioni locali abbiano potuto ritenere prioritario il transennamento di questi spazi aperti, piuttosto che industriarsi per risolvere il palese problema degli assembramenti sui mezzi pubblici, o all’interno degli uffici pubblici, o ancora sui luoghi di lavoro.
Il racconto istituzionale di questa pandemia si esplicita costantemente rivolto ad una individualizzazione del problema sanitario, in cui la stessa idea di rapporto con l’altro viene narrata come limite – e non come raggiungimento – della propria salute, in cui la demonizzazione di qualsiasi aspetto di convivialità non lascia spazio che per la diffidenza reciproca.

Alla concezione individualistica di sanità propinata dal governo noi contrapponiamo l’autotutela collettiva, in cui salute e socialità non costituiscono un ossimoro ma coesistono equilibrandosi a vicenda nelle pratiche di tutti i giorni!

Non è con la chiusura di strade e piazze che si contrasta la diffusione di Covid-19, ma anzi, a fronte di questa crisi pandemica, diviene ancora più necessaria l’apertura di ulteriori spazi in cui potersi ritrovare salvaguardandosi!

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Caro Carlo Nel bel mezzo di un ventennale in cui da tutte le parti ci si sporca la bocca sproloquiando, reinterpretando, e dissociandosi, noi continuiamo a raccogliere da terra quell'estintore. Cospirando, combattendo e sognando.

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