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Saperi

GRECIA: UNIVERSITÀ E REPRESSIONE

È notizia di oggi l’approvazione dal Parlamento di Atene del disegno di legge che istituisce, in Grecia, una forza di polizia speciale — un corpo di più di mille agenti dotati di taser, manganelli e gas — con il compito di pattugliare le università 24 ore su 24. (https://www.radiondadurto.org/2021/02/12/grecia-ok-della-destra-al-governo-alla-legge-per-trasformare-le-universita-in-caserme-di-polizia/) Tutto ciò avviene nonostante la grande mobilitazione che studenti e studentesse stanno producendo e portando avanti con forza, malgrado la dura repressione.

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Questione Isee – Unibo: dopo un anno a che punto siamo?

Se da un lato la pandemia ha profondamente snaturato gran parte della nostra quotidianità, alcuni aspetti del "vecchio mondo" sono rimasti intatti, marmorei, trovando un loro posto anche in questo precario presente. La limpida contraddizione dell'Isee offre - per così dire - un puntuale campo di analisi, utile allo svisceramento di questo tema. Già nella realtà pre-covid mettevamo a forte critica i criteri di assegnazione delle borse di studio e della no tax area, poiché determinati dal reddito familiare inerente a ben due anni prima rispetto alla richiesta da presentare. Chiunque sia dovuto passare da questa snervante trafila burocratica, chiunque abbia tastato con mano la necessità economica di forme di reddito universitario, conosce perfettamente l'astrattezza dei principi con cui gli enti messi a garanzia del diritto allo studio - o comunque, i presunti tali - gestiscono queste forme di welfare.

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QUESTIONE ABITATIVA – UNIBO: DOPO UN ANNO A CHE PUNTO SIAMO?

È ormai passato quasi un anno dall'inizio della crisi pandemica e ancora ci troviamo a fare il punto della situazione e a interrogarci su quali provvedimenti abbia preso l'Unibo per agevolare studentesse e studenti che in un periodo del genere si sono trovat* in enorme difficoltà a causa delle condizioni materiali che questa crisi economico-sanitaria ha portato. L' Università di Bologna in questo periodo non ha sopperito in nessun modo ai problemi di natura economica, ma non solo, con cui molt* di noi hanno dovuto fare i conti.

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Tasse e Servizi – Unibo: dopo un anno a che punto siamo?

A Bologna tutto tace, la zona universitaria è deserta, le biblioteche chiuse, i contagi salgono, le attività chiudono, in tant* perdono il lavoro, altr* finiscono in cassa integrazione. L’Alma Mater, nonostante il periodo di crisi pandemica ed economica, non solo non si interroga sulle condizioni in cui vive la comunità studentesca, magari senza un computer o in una stanza da condividere con altre persone, ma decide di non sospendere il pagamento delle tasse, di non offrire nulla alla comunità studentesca impossibilitata ad accedere a qualsiasi servizio.

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Testimonianza di D. – SPACEWARS

Segue la testimonianza di D., studente Unibo arrivato in città per frequentare una magistrale e che si è trovato costretto ad affrontare situazioni difficili e paradossali come tanti studenti e tante studentesse arrivat per studiare. Da anni la città di Bologna ha visto un aumento consistente del costo della vita: …

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Testimonianza di N.: quando ER.GO e Unibo hanno torto… non rispondono!

Segue la testimonianza di N, studentessa di infermieristica, che è tra le tantissime persone che l’UniBo ha lasciato indietro durante questa pandemia. L’esclusione (arbitraria, incomprensibile, data da errori burocratici) dagli aiuti del “Bando disagiati Covid” è l’ennesimo danno subito, è la goccia che fa traboccare un vaso già pieno. Oramai è più che evidente che questo bando fosse niente di più che un modo dell’Università di “apparire bene”, di lavarsi pubblicamente una coscienza sporca di tante ingiustizie accumulate, in particolare nell’ultimo anno ma anche da ben prima della pandemia. Ciò che ci è stato offerto sono poche briciole, la posa di una delle migliori università del mondo per paventare una magnanimità inesistente: il bando covid non ha offerto nessuna soluzione al problema e la maggior parte degli studenti e delle studentesse sono stat lasciat indietro senza avere concessa nemmeno la dignità di una motivazione.

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Testimonianza di E., etichettato come “studente disagiato” e poi abbandonato dall’Unibo

Segue la Testimonianza di E., studente di italianistica, riguardo alla sua esperienza con il bando covid di Unibo. Anche a lui, come a tanti e tante, è stato comunicato in poche righe, senza una spiegazione valida e tramite una mailing list in cui tutti gli indirizzi erano visibili senza rispettare la privacy che non poteva accedere agli aiuti del bando covid.

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Testimonianza di M. sul bando covid di Unibo

Segue la testimonianza di Michele, studente Unibo, che aveva provato a partecipare al bando indetto dall’università per assegnare contributi di aiuto agli studenti e studentesse in difficoltà sul piano economico, a causa della crisi pandemia in atto. Ancora una volta l’università di Bologna finge di aiutare gli studenti e le studentesse in difficoltà, stavolta indicendo bandi per cui vengono stanziate cifre irrisorie rispetto alla gravità dei problemi reali, lasciando per questo fuori tanti e tante che restano senza alcun tipo di aiuto e senza alcuna spiegazione. Per saperne di più rimandiamo al seguente link: https://cuabologna.it/2021/01/05/che-succede-dove-sono-i-soldi/ Se anche tu hai vissuto la stessa esperienza o altre situazioni di difficoltà e vuoi lasciare una testimonianza contattaci sui nostri profili facebook e instagram.

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Che succede? Dove sono i soldi?

“Bando di concorso per l’assegnazione di contributi a favore di studenti universitari in condizioni disagiate iscritti all’anno accademico 2019/2020” Sul finire della scorsa stagione estiva, l’Alma Mater Studiorum di Bologna ha fatto uscire questo bando:  https://bandi.unibo.it/s/abis1/bando-di-concorso-per-l-assegnazione-di-contributi-a-favore-di-studenti-universitari-in-condizioni-disagiate-iscritti-all-anno-accademico-2019-2020, con il quale dichiarava di mettere a disposizione aiuti per le persone che durante …

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Testimonianza di M. – SPACEWARS

Segue la testimonianza di M., studente al quarto anno di scienze della formazione primaria che ha riscontrato, durante la pandemia, diversi problemi legati alla possibilità di accedere ai tirocini obbligatori previsti dalla sua facoltà. M., essendo bolognese, vive con la sua famiglia e non ha riscontrato molti dei problemi e dei disagi dei fuorisede, ma nonostante questo durante la pandemia non sono mancate le difficoltà nel barcamenarsi tra lezioni, laboratori e, soprattutto, tirocini. Per quanto riguarda le lezioni, nella mia facoltà la didattica a distanza è stata uno strumento utile sotto alcuni punti di vista, ha dato la possibilità anche a chi lavora e a chi sta lontano da qui (e da noi c’è tanta gente in questa situazione) di frequentare ugualmente - a maggior ragione a scienze della formazione, che vede tantissime ore obbligatorie, tra lezioni, laboratori e tirocini. Ovviamente con la DAD il rapporto, sia con i/le docenti che con colleghe e colleghi, non è lo stesso, ma tutto sommato le lezioni sono andate bene. Inizialmente abbiamo avuto invece un po’ di problemi con i laboratori: quelli del terzo anno li abbiamo svolti online, a differenza di quelli del secondo che erano in presenza. La presenza però metteva e avrebbe messo molti e molte in difficoltà, c’era chi non poteva muoversi, chi faceva fatica, alcuni laboratori venivano cancellati all’ultimo e la gente che doveva spostarsi da fuori, prendendo il treno, si trovava ad essere a Bologna per niente, cosa che a maggior ragione in tempi di pandemia (sia per lo stare in città che per i rischi di prendere i mezzi pubblici) non è stata affatto simpatica. Alla fine, dopo un po’ questo problema si è risolto con la possibilità di una didattica mista che permettesse a chi voleva di frequentare anche online.

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